Monumento che rappresenta un luogo-simbolo della città antica, legata a una leggenda popolare: la ninfa Scrimbia, infelice per amore, venne mutata in fonte d’acqua perenne. L’adozione del monumento rappresenta la presa di coscienza da parte della comunità scolastica di un bene culturale negletto, ma non dimenticato che si trova in condizioni obsolete e va “propagandato” come luogo dell’identità civico-sociale, per una consapevolezza dell’essere cittadini attivi e responsabili, il cui primo passo è la conoscenza della storia, del mito, delle leggende locali. Adottare il bene in questione significa riscoprirlo e darne la dignità che merita. Due semicolonne incorniciano la vasca con l’abbeveratoio, in una composizione scarna e ridotta al minimo, nella quale manca il decorativismo che avrebbe fatto apprezzare la monumentalizzazione di un luogo importante per la civitas. |