LICEO SCIENTIFICO CARLO PISACANE – Eremo di San Michele alle Grottelle
Descrizione
La classe III B del Liceo Scientifico “Carlo Pisacane” di Padula (SA) ha aderito al Progetto “La scuola adotta un monumento® in Campania – A.M.A ATLANTE MONUMENTI ADOTTATI”, individuando nel santuario rupestre di San Michele a le grottelle un luogo ideale, da conoscere, valorizzare, custodire, punto di unione tra passato e presente, perché – meglio di qualunque altra testimonianza – identifica e caratterizza la fisionomia della nostra terra e della nostra cultura locali. Il sito, di intatta bellezza ma pressoché sconosciuto ai più, attende da tempo un integrale intervento di recupero e non può rimanere relegato – a nostro avviso – a saltuarie ed occasionali “visite” da parte di turisti di passaggio o pellegrini improvvisati, né essere frequentato – come oggi accade – al massimo una volta l’anno per la locale festa di metà giugno. Ufficialmente il luogo è pertinenza della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Padula che, nella persona del parroco don Giuseppe Radesca, ha accolto di buon grado e sostenuto appieno la nostra iniziativa. Pieno consenso anche da parte della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, cui è affidata la tutela del sito, nella persona della dott.ssa Rosa Maria Carafa, responsabile di zona per conto del MiBACT.
L’eremo è un antico luogo di culto, che sorge ai margini del territorio di Padula (SA), sul fianco orientale del monte “San Sepolcro” e ad un’altezza di circa 750 m. s.l.m. Per raggiungerlo bisogna addentrarsi nella valle del torrente Notarcicco (affluente del Tanagro), risalendo un sentiero che conduce alla “Civita”, ovvero al luogo ov’era in età lucana e poi romana Cosilinum. Risale all’Età Costantiniana, ma fu certamente frequentato già in precedenza come santuario pagano dalle locali popolazioni enotrie che vi praticavano culti ctonii (ossia sotterranei), come sembra suggerirci la forte similitudine intercorrente tra l’Arcangelo Michele ed il dio pagano Attis, signore delle forze sotterranee, delle acque e dei terremoti ed accostato nel mito alla gran Madre degli dèi Cibele. Ad Attis rimanda una nota epigrafe, che così recita: Sanctum / mundum / Attinis p(ro) r(editu) / a fundament(is) / Helvia Abascantes / et Capitolina f(ilia) / d(ecreto) d(ecurionum) / p(ecunia) s(ua) f(ecerunt) 1 (riferendo perciò di un edificio sacro che due donne, madre e figlia, fanno costruire con decreto dei decurioni -ossia con l’avvallo dell’amministrazione pubblica- in onore di Attis, per il suo ritorno primaverile dopo la scomparsa invernale, a propiziare la rinascita della vita). Detta epigrafe, oggi presso la Certosa di San Lorenzo a Padula, proviene certo da qui, come molto altro materiale epigrafico d’età romana. Altro elemento di collegamento tra passato pagano e presente cristiano è la presenza dell’acqua nel culto a San Michele. L’acqua è l’elemento sacro della vita e tutti gli antri consacrati a una qualche divinità hanno un rapporto di fortissimo legame con essa, che in molti casi ne giustifica e spiega la scelta quale luogo consacrato dalle popolazioni che vogliano entrare in contatto con il divino.
Il santuario padulese è racchiuso entro un’area sacra (una sorta di τέμενος [témenos] greco) che ne delimita visibilmente l’accesso e ne circoscrive il territorio. Tale confine è ancor oggi presente ed è rappresentato dal cancello, che si varca prima di entrare nella grotta e che di fatto già ci introduce nel santuario. Qui alcune pareti rocciose a ridosso delle piccole grotte, (appunto le grottelle, usate come riparo dai nostri antenati) recano ancora cospicue tracce di affreschi databili al ‘300-‘400 (riconoscibili l’Incoronazione della Vergine sul fianco sinistro e una Dormitio Mariae o Natività sulla destra). Entrati nella grotta, da segnalare: sulla sinistra la tomba marmorea dell’abate Bernardino Brancaccio (effigiato nel sovrastante medaglione e che un epitaffio del 1538 ricorda essersi distinto per severità di costumi e profondo spirito religioso presso S. Nicola al Torone), lungo le pareti di fronte diversi lacerti di affresco (riconoscibili alcuni santi, d’Occidente e d’Oriente, venerati dai nostri antenati fin dal Medioevo) e soprattutto il mirabile altare col ciclo pittorico di Santiago de Compostela. Esso è ospitato in un’edicola votiva ben conservata, incastonata in una rientranza della grotta a mo’ di primigenio altare, oggi purtroppo scarsamente visibile data la presenza ingombrante di un successivo altare novecentesco, che altera non poco l’armonia interna degli spazi. Per la descrizione artistica si rimanda al video allegato, ma un elemento è importante e va segnalato subito: il nostro santuario è uno (se non l’unico) esempio noto che unisca il culto di San Michele con quello di San Giacomo Maggiore in uno stesso luogo, a voler indicare quell’unità inscindibile tra due antiche mete di pellegrinaggio europeo, San Michele al Gargano e Santiago de Compostela, che di certo esisteva nel passato e che a Padula è chiaramente visibile ed ancora tangibile nel presente.
Contatti
- IndirizzoVia Salita dei Trecento 84034 PADULA (SA)
- CategoriaScuola Viva, Scuole Superiori
- RegioneCampania
Dettagli
- Comune84034 PADULA (SA)
- Docente referenteProf.re Vincenzo Maria Pinto
- Monumento AdottatoEremo di San Michele alle Grottelle
- Scuola VivaSi
Regione
Contatti
- By admin
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